lunedì 29 agosto 2011

Tesori nascosti in bella vista

Guardando questo muro mi viene in mente una poesia di Montale, studiata anni fa. Per non dire sezionata.
La situazione è paradossalmente simile.

Estate. Caldo secco. Erbacce morte si erano fatte strada tra l'asfalto, unicamente per lasciare ai nuovi semi più spazio vitale per crescere durante il prossimo anno. Piccole lucertole si arrampicano veloci su una parete di lastroni di cemento, quando le fisso si fermano e mi squadrano. Poi faccio finta di non guardarle, ma con la coda dell'occhio le vedo arrivare in cima alla muraglia. Li si fermano e mi guardano, sembrano sapere che al di la della recinzione io non posso arrivarci.

Cammino ancora su questo asfalto crepato.

Dall'altra parte della recinzione crescono rigogliose piante rampicanti, che sbucano da sopra il bordo come delle gigantesche mani che che si aggrappano, si stanno arrampicando su un baratro profondissimo.

So cosa c'è al di la della parete: solo un cortile di un vecchio capannone in disuso, diroccato, con attrezzature per l'edilizia lasciate li a marcire, a corrodere, ad arrugginire. Lo so perchè da diversi punti più distanti è possibile osservare all'interno, e anche da alcuni fori sulla parete, grandi circa quanto il mio occhio.

Continuo a camminare, cercando un'improbabile entrata. So che non c'è, da bambino venivo spesso qui, per lo stesso motivo. Magari è crollato qualche tratto, magari è stato sfondato un cancello, magari si è aperta una breccia...
La strada termina con una piccola recinzione. Al di la, ricchi e pesanti grappoli d'uva stanno maturando al sole dorato, cullati da una lieve brezza. La muraglia svolta e io non posso più seguirla.
Mi fermo ad osservare i grappoli d'uva. Sembra quasi di sentirli maturare sotto il sole del pomeriggio. Il vento porta profumi che non ero più abituato a percepire.

Un vecchio contadino mi sveglia dal torpore. Sta raccogliendo l'uva, pazientemente, lentamente. Si rivolge a me, in dialetto, dicendomi che la sua uva è tutta la sua ricchezza, l'unica vera passione.
La nostra terra è il nostro oro, dice. La nostra unica vera ricchezza. Il resto sono solo chiacchere. Mi da un grappolo da assaggiare, è veramente buono questo nettare ancora caldo dal Sole.
Questo Sole, continua il contadino, è come Dio, benedice la nostra terra, fa maturare le piante. L'acqua da loro nutrimento e vigore. Il resto sono solo chiacchere, ripete.

Ringrazio. Lui scompare tra i filari. Torno indietro, assaporando acino per acino. E, per qualche minuto, non penso più a cosa ci sia al di la della muretta. Finito il mio pasto inaspettato mi si fa tutto un po' più chiaro. La curiosità per un segreto mi ha accompagnato a scoprirne un'altro. Probabilmente più prezioso.

venerdì 19 agosto 2011

Deficit... di informazione

L'informazione in Italia funziona in modo lineare. Talmente lineare che, giustamente, politici e potenti in generale non debbono nemmeno preoccuparsene.

Se una notizia la danno Minzolini e Fede, sicuramente è controllata ed è stata vagliata da qualche comitato anonimo per la diffusione delle notizie, pagato dai contribuenti, stile 1984 o Brave New World. La notizia sarà inventata, o se è vera è di propaganda.
Se la notizia la danno Travaglio o altre frange di giornalisti che appartengono ad una categoria più seria, allora tutti quanti, comodamente seduti nelle poltrone davanti al computer, grideranno allo scandalo e si metteranno a idolatrare il falso dio della libertà d'espressione (che nel nostro Bel Paese è spesso confuso col poter insultare o sproloquiare a caso su temi di cui non si ha nessuna competenza).
Se la notizia la dai tu, amico mio, non importa che tu ti sia affannato a cercare qualche documentario in lingua straniera, o che tu abbia letto decine di articoli specifici su un qualsiasi argomento: non ti si caga nemmeno di striscio. L'unica tua soddisfazione è essere a posto con la coscienza. Personamente è già un bel risultato poter lasciare questa valle di lacrime senza troppi rimpianti, io la mia parte l'ho fatta, toccava agli altri, ma erano troppo impegnati a distrarsi con le puttane del presidente del consiglio per farci caso... amen.

Prendiamo i piani di austerity che ci torchieranno come la veccia nei prossimi anni.
Parliamo degli immensi privilegi di cui godono immeritatamente da sempre i politici di tutto il mondo.
Parliamo delle tesorerie ricolme delle confessioni religiose che lucrano sulla disperazione degli ignoranti e degli illusi.
Sono cose che sappiamo da anni! Ci distraggono per quei due o tre giorni in cui siamo impegnati a indignarci (sempre comodamente seduti davanti al computer) e poi basta. Ritornano a ondate e ogni volta è come la prima volta. Come quando si fa l'amore, con l'unica differenza che invece lo prendiamo nel culo tutti, belli o brutti.
Boh... forse a voi piace, forse sono io a fare parte di una piccola minoranza che non si adatta.

Torniamo sempre alla moda del momento: i piani di austerity lasciano inviolati i flussi di denaro che arrivano allo stato vaticano (si, con la minuscola). Cioè... siamo sicuri di doverci scandalizzare per questo? Sono anni, anzi secoli, che viene denunciato lo strapotere di questa organizzazione criminale e mi volete far credere che siete incazzati solo adesso!?

Ma è ovvio che siamo governati da una casta che banchetta spudoratamente mentre siamo strozzinati da un non meglio identificato debito! Ce lo meritiamo!
Debito nei confronti di chi poi? Lo sapete? Non indignatevi quando lo scoprite, che tanto so che fate finta di non saperlo...