Certe notizie sono troppo assurde e stomachevoli, meritano di essere bandite dalla nostra esperienza sensibile - Anonimo
Mi limiterò a raccoglierle in uno speciale archivio, come una di quelle stanze che si vedono nei film.
Perchè?
Beh, principalmente sono fatti miei... ma visto che, di solito, chi apre un blog lo fa per raccontare i fatti suoi, ecco qua.
Sono affascinato dai lati più oscuri dell'animo umano, adoro perdermi nella lettura di quei fatti, in cui si delineano invisibili sentieri.
Seguendo questi percorsi spesso arrivo a dei bivi o a degli incroci che ho già attraversato, è come esplorare un territorio che pochi altri viandanti scelgono di battere.
Non è banale cronaca nera, quella non mi interessa, la paragono a banali pettegolezzi...
Non è nemmeno quella morbosa necrofilia che affligge questo popolo decadente, non è necessario che il fatto sia eclatante o splatter...
Non so come spiegarmi, ovviamente. E' come se sotto la superficie ci fossero dei punti cavi, un sistema circolatorio di cunicoli inesplorati.
Un giorno, forse, troverò il bandolo della matassa che mi permettarà di squarciare questa abominevole ragnatela che la mia specie ha tessuto.
Nel frattempo, è veramente difficile camminarci sopra senza restarne invischiati. Ritorno spesso alla vita normale per riprendere fiato.
E intanto colleziono questi reperti dal bagliore oscuro. Non sono solo, lo so. In qualche modo percepisco che altri nel mondo hanno cominciato ad edificare le loro biblioteche. Anche loro nella speranza di poter porre fine, un giorno, a questa follia dilagante che piaga il genere umano.
giovedì 22 dicembre 2011
venerdì 18 novembre 2011
Pubblico vs Statale
Quando otto mesi fa mi è venuta l'idea per questo articolo (all'inizio doveva essere più serio), lo confesso, ho pensato: 'Due ricerchè su Google, due lette a Wikipedia ed è fatta!'
Mi sbagliavo...
A dire il vero la differenza tra pubblico e statale non è affatto definita e netta, qualcuno in rete sta cominciando ad affrontare il problema... quindi, da buon/non blogger che pontifica quale io sono, non potevo mancare.
Pubblico. Res Publica (mi piace molto questa parola). Ciò che è di tutti. Il parchetto, le sponde del fiume,... la Scuola? ...la Sanità? ...il Territorio?
Cosa sapete della scuola dove mandate vostro figlio? Cosa sapete dell'ospedale dove vi curano? Ecco l'inghippo: tutto quello che voi credete Pubblico, incluso lo Stato, non è vostro. E' dello Stato!
Quindi non ci potete ficcanasare, non potete sapere se il bilancio dello Stato è a posto, se le scuole o gli ospedali sono a norma, ecc... o meglio, lo potete sapere, ma è una rottura mai finita!
Cosa ne sappiamo delle nostre risorse idriche? O ittiche? Bastano? Quali e quanti sprechi e abusi ci sono?
Il nostro territorio è a norma o è stato tutto un fango di condoni? Il letto del fiume lo possiamo curare anche noi, organizzandoci in squadre di volontari supervisionate da esperti?
Il debito è Pubblico, cosa vuol dire? Come funziona il debito pubblico? Perchè lo pagate? Da dove arriva? In questo, il debito, è più Statale che Pubblico.
Dove possiamo mettere il naso e le mani diventa Pubblico, ma non perchè ce lo lasciano fare, anzi... perchè ce lo siamo guadagnato noi! Altrimenti delegheremo sempre allo Stato, lasceremo che se ne occupi qualcun'altro. E questo, non chiamatela malfidenza, non è sempre la scelta vincente: non tanto perchè la 'pubblica amministrazione' potrebbe (quando mai?) pensare agli affaracci suoi, ma anche perchè potrebbero finirci dentro persone estremamente incompetenti!
Ecco che, se noi cominciamo a pretendere una maggiore chiarezza nella gestione della Res Publica, definiremo sempre meglio i confini tra Statale e Pubblico, per poter portare al pubblico sempre più Stato.
Badate bene, non sono io quello che vuole che tutto lo Stato sia denudato di quella privacy che gli serve per funzionare in modo efficente, ho letto il Principe e ho un minimo senso di Ragion di Stato.
So che certe cose non possono essere rivelate al Popolo (sovrano?) altrimenti scoppierebbe il Caos.
Esiste sicuramente un giusto equilibrio. Come per tutte le cose.
In questo internet può fare molto. Come? Stay tuned!
Grazie agli amici di Diaspora* per l'ispirazione! Questo articolo è più scritto da voi che da me: senza mesi di ragionamenti insieme a voi non ci sarei mai arrivato!
Mi sbagliavo...
A dire il vero la differenza tra pubblico e statale non è affatto definita e netta, qualcuno in rete sta cominciando ad affrontare il problema... quindi, da buon/non blogger che pontifica quale io sono, non potevo mancare.
Pubblico. Res Publica (mi piace molto questa parola). Ciò che è di tutti. Il parchetto, le sponde del fiume,... la Scuola? ...la Sanità? ...il Territorio?
Cosa sapete della scuola dove mandate vostro figlio? Cosa sapete dell'ospedale dove vi curano? Ecco l'inghippo: tutto quello che voi credete Pubblico, incluso lo Stato, non è vostro. E' dello Stato!
Quindi non ci potete ficcanasare, non potete sapere se il bilancio dello Stato è a posto, se le scuole o gli ospedali sono a norma, ecc... o meglio, lo potete sapere, ma è una rottura mai finita!
Cosa ne sappiamo delle nostre risorse idriche? O ittiche? Bastano? Quali e quanti sprechi e abusi ci sono?
Il nostro territorio è a norma o è stato tutto un fango di condoni? Il letto del fiume lo possiamo curare anche noi, organizzandoci in squadre di volontari supervisionate da esperti?
Il debito è Pubblico, cosa vuol dire? Come funziona il debito pubblico? Perchè lo pagate? Da dove arriva? In questo, il debito, è più Statale che Pubblico.
Dove possiamo mettere il naso e le mani diventa Pubblico, ma non perchè ce lo lasciano fare, anzi... perchè ce lo siamo guadagnato noi! Altrimenti delegheremo sempre allo Stato, lasceremo che se ne occupi qualcun'altro. E questo, non chiamatela malfidenza, non è sempre la scelta vincente: non tanto perchè la 'pubblica amministrazione' potrebbe (quando mai?) pensare agli affaracci suoi, ma anche perchè potrebbero finirci dentro persone estremamente incompetenti!
Ecco che, se noi cominciamo a pretendere una maggiore chiarezza nella gestione della Res Publica, definiremo sempre meglio i confini tra Statale e Pubblico, per poter portare al pubblico sempre più Stato.
Badate bene, non sono io quello che vuole che tutto lo Stato sia denudato di quella privacy che gli serve per funzionare in modo efficente, ho letto il Principe e ho un minimo senso di Ragion di Stato.
So che certe cose non possono essere rivelate al Popolo (sovrano?) altrimenti scoppierebbe il Caos.
Esiste sicuramente un giusto equilibrio. Come per tutte le cose.
In questo internet può fare molto. Come? Stay tuned!
Grazie agli amici di Diaspora* per l'ispirazione! Questo articolo è più scritto da voi che da me: senza mesi di ragionamenti insieme a voi non ci sarei mai arrivato!
martedì 8 novembre 2011
Un piccolo passo indietro per tutti
Le dimissioni del premier sembrano decidere tutto, ormai. O meglio, quel piccolo numeretto a cui tutti guardano che è semplicemente il dito del saggio, che ormai indica la Luna da troppo tempo, inutilmente.
Sicuramente non saranno le dimissioni del premier a tranquillizzare noi, in quanto le alternative sono raccappriccianti: il suo braccio destro ad esempio, ovvero il potere dietro al trono, o un centrismo che è un guazzabuglio di pretini baciabanchi con un leggero aroma di fascismo (che in Italia, fa anche colore locale. Il nero.)
Guardando le opposizioni, non è altrettanto rassicurante, un'alternativa di governo, effettivamente, non c'è mai stata. Si affacciano al fronte delle elezioni partiti autoproclamatisi perfetti, i cui fan boy non accettano nessuna critica. Non vi ricorda qualcosa di già sentito?
Governi tecnici? Neanche a parlarne in Italia... io potrei anche essere favorevole a dei veri tecnici, ma tanto so che le mie parole verranno travisate... quindi fanculo!
E comunque la politica ha raggiunto un tale grado di melmosità che è impossibile far manovra: non abbiamo il diritto di sapere chi sia eletto e/o eleggerlo grazie alla famigerata legge elettorale, a cui si tenta di dare una improbabile dignita con un nome latinizzato.
Non possiamo neanche farci i cazzi dei nostri politici che siamo etichettati come giustizialisti. Essere etichettato perchè chiedo che sia rispettato un mio diritto mi mancava, ma non importa. E' un altro discorso.
Il problema non è politico. Magari lo fosse, potremmo entrare in politica con la fiducia di poter cambiare le cose! Il problema politico, qui da noi, c'è sempre stato. Io non capivo molto, o non ero ancora nato, ma 40 anni di Balena Bianca farebbe sbocciare un aspirante capitano Achab in tutti noi, con tutta l'ossessione del caso per non farla ritornare al governo. In 40 anni la politica, la mafia e la chiesa congiuntamente hanno dimostrato di essere le peggiori tre disgrazie per un paese che poteva essere la prima potenza mondiale (e fanculo anche alla modestia!)
Il problema è culturale! Che è peggio, molto peggio!
L'attuale tendenza è che la crisi (o come diavolo volete chiamarla) impoverisce le persone, ma le file per acquistare tv e decoder sono tali da causare problemi al traffico.
Chiunque può diventare ministro, basta che si trovi in una posizione tale da spostare quella percentuale di voti sufficente, senza nessuna competenza tecnica.
In certi casi, per fare il ministro basta saper leccare il culo (e non solo) per bene.
La squadra di governo è composta anche da rottami di socialismo e democrazia cristiana... in un partito liberale, liberista e libertino. Ha perfettamente senso.
Se la gente volesse diventare ministro a colpi di favori sessuali, sarebbe un conto. Ma in Italia si vende il corpo e l'anima anche per apparire in TV.
Ecco, scusate lo sfogo, ma stamattina presto è scattata la discussione politica e sociale e ho raccolto le impressioni e le pubblico qui, dove non le legge nessuno. Tra i due interlocutori, però, io solo ho la possibilità di pubblicare, quindi l'ho fatto su richiesta.
Salto di palo in frasca, forse. Chissene! Non sono un vero blogger, io!
Sicuramente non saranno le dimissioni del premier a tranquillizzare noi, in quanto le alternative sono raccappriccianti: il suo braccio destro ad esempio, ovvero il potere dietro al trono, o un centrismo che è un guazzabuglio di pretini baciabanchi con un leggero aroma di fascismo (che in Italia, fa anche colore locale. Il nero.)
Guardando le opposizioni, non è altrettanto rassicurante, un'alternativa di governo, effettivamente, non c'è mai stata. Si affacciano al fronte delle elezioni partiti autoproclamatisi perfetti, i cui fan boy non accettano nessuna critica. Non vi ricorda qualcosa di già sentito?
Governi tecnici? Neanche a parlarne in Italia... io potrei anche essere favorevole a dei veri tecnici, ma tanto so che le mie parole verranno travisate... quindi fanculo!
E comunque la politica ha raggiunto un tale grado di melmosità che è impossibile far manovra: non abbiamo il diritto di sapere chi sia eletto e/o eleggerlo grazie alla famigerata legge elettorale, a cui si tenta di dare una improbabile dignita con un nome latinizzato.
Non possiamo neanche farci i cazzi dei nostri politici che siamo etichettati come giustizialisti. Essere etichettato perchè chiedo che sia rispettato un mio diritto mi mancava, ma non importa. E' un altro discorso.
Il problema non è politico. Magari lo fosse, potremmo entrare in politica con la fiducia di poter cambiare le cose! Il problema politico, qui da noi, c'è sempre stato. Io non capivo molto, o non ero ancora nato, ma 40 anni di Balena Bianca farebbe sbocciare un aspirante capitano Achab in tutti noi, con tutta l'ossessione del caso per non farla ritornare al governo. In 40 anni la politica, la mafia e la chiesa congiuntamente hanno dimostrato di essere le peggiori tre disgrazie per un paese che poteva essere la prima potenza mondiale (e fanculo anche alla modestia!)
Il problema è culturale! Che è peggio, molto peggio!
L'attuale tendenza è che la crisi (o come diavolo volete chiamarla) impoverisce le persone, ma le file per acquistare tv e decoder sono tali da causare problemi al traffico.
Chiunque può diventare ministro, basta che si trovi in una posizione tale da spostare quella percentuale di voti sufficente, senza nessuna competenza tecnica.
In certi casi, per fare il ministro basta saper leccare il culo (e non solo) per bene.
La squadra di governo è composta anche da rottami di socialismo e democrazia cristiana... in un partito liberale, liberista e libertino. Ha perfettamente senso.
Se la gente volesse diventare ministro a colpi di favori sessuali, sarebbe un conto. Ma in Italia si vende il corpo e l'anima anche per apparire in TV.
Ecco, scusate lo sfogo, ma stamattina presto è scattata la discussione politica e sociale e ho raccolto le impressioni e le pubblico qui, dove non le legge nessuno. Tra i due interlocutori, però, io solo ho la possibilità di pubblicare, quindi l'ho fatto su richiesta.
Salto di palo in frasca, forse. Chissene! Non sono un vero blogger, io!
Avevo in mente
balena bianca,
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giovedì 13 ottobre 2011
Microriflessioni
Diciotto gradi d'estate con il condizionatore, venticinque d'inverno con il riscaldamento. Ma siamo contro le guerre per l'energia, eh!
Boicottiamo i signori del petrolio... più di metà delle pubblicità in televisione sono di macchine.
Tra l'altro, le pubblicità delle macchine funzionano più o meno così: 'Non essere una pecora nel gregge! Compra questa macchina!'
Da una pubblicità di macchine: 'Il DNA non spiega perchè siamo diversi gli uni dagli altri.' Ah, giusto, siamo unici se compriamo una macchina nuova. Come ho fatto a non pensarci!
Compra una crema al DNA per riparare il tuo DNA, così resti sempre giovane.
Non sottoporti a interventi di chirurgia plastica, che sei meno biodegradabile!
Perchè ai credenti danno fastidio gli atei? Immagina delle scimmie in gabbia che vedono altre scimmie girare libere...
Molti italiani sperano che un tizio che non sa chi gli ha comprato la casa faccia cadere il governo... andiamo bene!
Il nucleare bocciato col referendum. Nella manovra proposta di tagli per lo sviluppo delle energie rinnovabili. Ma è un caso... sempVe a pensaVe male!
In Italia la cosa più seria è la satira.
Boicottiamo i signori del petrolio... più di metà delle pubblicità in televisione sono di macchine.
Tra l'altro, le pubblicità delle macchine funzionano più o meno così: 'Non essere una pecora nel gregge! Compra questa macchina!'
Da una pubblicità di macchine: 'Il DNA non spiega perchè siamo diversi gli uni dagli altri.' Ah, giusto, siamo unici se compriamo una macchina nuova. Come ho fatto a non pensarci!
Compra una crema al DNA per riparare il tuo DNA, così resti sempre giovane.
Non sottoporti a interventi di chirurgia plastica, che sei meno biodegradabile!
Perchè ai credenti danno fastidio gli atei? Immagina delle scimmie in gabbia che vedono altre scimmie girare libere...
Molti italiani sperano che un tizio che non sa chi gli ha comprato la casa faccia cadere il governo... andiamo bene!
Il nucleare bocciato col referendum. Nella manovra proposta di tagli per lo sviluppo delle energie rinnovabili. Ma è un caso... sempVe a pensaVe male!
In Italia la cosa più seria è la satira.
Avevo in mente
energie rinnovabili,
piano di sviluppo del governo,
pubblicità di macchine
giovedì 1 settembre 2011
I fili della storia
Vorrei citare uno scorcio di giornalismo di più di trenta anni fa.
Per l'esattezza era il 28 maggio 1980, chi scrive è Indro Montanelli, nella sua rubrica 'Controcorrente':
Che dire, spero solo che ci aiuti a ricordare le cose come sono andate, ora che il regime del colonnello Gheddafi sembra polverizzato.
Sperando che non ce ne sia un'altro.
Ricordo quando Gheddafi venne in Italia, circa un anno fa, agghindato come un albero di natale, farneticando del fatto che la sua religione avrebbe conquistato il nostro territorio, che a fatica sta conoscendo la secolarizzazione.
Ricordo l'assurda messa in scena del nostro governo, alquanto goffo in politica estera, ma sempre bravo a mettersi in ridicolo anche di fronte a un regime sanguinario.
E ricordo anche l'assordante silenzio dell'Europa in merito, che lascia sempre l'Italia in prima linea per proteggere le sue preziose frontiere, disposta a chiudere un occhio sul fatto che il regime del Rais ammazzasse nel deserto i profughi. Salvo ovviamente rivendicare il petrolio che sgorga da quelle stesse sabbie macchiate di sangue.
O forse sono io che comincio a ricordare male?
Per l'esattezza era il 28 maggio 1980, chi scrive è Indro Montanelli, nella sua rubrica 'Controcorrente':
Qualcuno che si spaccia per un rappresentante del colonnello Gheddafi - e che potrebbe anche esserlo - ci ha ammonito per telefono che anche noi potremmo fare la fine che stanno facendo i "traditori" libici rifugiati all'estero, e specialmente in Italia. Non la consideriamo una vanteria. Come scuola di assassinio e organizzazione di sicari, il regime di Tripoli ha le carte in regola. Ma il suo ducetto stia attento: muore bene chi muore ultimo.
Che dire, spero solo che ci aiuti a ricordare le cose come sono andate, ora che il regime del colonnello Gheddafi sembra polverizzato.
Sperando che non ce ne sia un'altro.
Ricordo quando Gheddafi venne in Italia, circa un anno fa, agghindato come un albero di natale, farneticando del fatto che la sua religione avrebbe conquistato il nostro territorio, che a fatica sta conoscendo la secolarizzazione.
Ricordo l'assurda messa in scena del nostro governo, alquanto goffo in politica estera, ma sempre bravo a mettersi in ridicolo anche di fronte a un regime sanguinario.
E ricordo anche l'assordante silenzio dell'Europa in merito, che lascia sempre l'Italia in prima linea per proteggere le sue preziose frontiere, disposta a chiudere un occhio sul fatto che il regime del Rais ammazzasse nel deserto i profughi. Salvo ovviamente rivendicare il petrolio che sgorga da quelle stesse sabbie macchiate di sangue.
O forse sono io che comincio a ricordare male?
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lunedì 29 agosto 2011
Tesori nascosti in bella vista
Guardando questo muro mi viene in mente una poesia di Montale, studiata anni fa. Per non dire sezionata.
La situazione è paradossalmente simile.
Estate. Caldo secco. Erbacce morte si erano fatte strada tra l'asfalto, unicamente per lasciare ai nuovi semi più spazio vitale per crescere durante il prossimo anno. Piccole lucertole si arrampicano veloci su una parete di lastroni di cemento, quando le fisso si fermano e mi squadrano. Poi faccio finta di non guardarle, ma con la coda dell'occhio le vedo arrivare in cima alla muraglia. Li si fermano e mi guardano, sembrano sapere che al di la della recinzione io non posso arrivarci.
Cammino ancora su questo asfalto crepato.
Dall'altra parte della recinzione crescono rigogliose piante rampicanti, che sbucano da sopra il bordo come delle gigantesche mani che che si aggrappano, si stanno arrampicando su un baratro profondissimo.
So cosa c'è al di la della parete: solo un cortile di un vecchio capannone in disuso, diroccato, con attrezzature per l'edilizia lasciate li a marcire, a corrodere, ad arrugginire. Lo so perchè da diversi punti più distanti è possibile osservare all'interno, e anche da alcuni fori sulla parete, grandi circa quanto il mio occhio.
Continuo a camminare, cercando un'improbabile entrata. So che non c'è, da bambino venivo spesso qui, per lo stesso motivo. Magari è crollato qualche tratto, magari è stato sfondato un cancello, magari si è aperta una breccia...
La strada termina con una piccola recinzione. Al di la, ricchi e pesanti grappoli d'uva stanno maturando al sole dorato, cullati da una lieve brezza. La muraglia svolta e io non posso più seguirla.
Mi fermo ad osservare i grappoli d'uva. Sembra quasi di sentirli maturare sotto il sole del pomeriggio. Il vento porta profumi che non ero più abituato a percepire.
Un vecchio contadino mi sveglia dal torpore. Sta raccogliendo l'uva, pazientemente, lentamente. Si rivolge a me, in dialetto, dicendomi che la sua uva è tutta la sua ricchezza, l'unica vera passione.
La nostra terra è il nostro oro, dice. La nostra unica vera ricchezza. Il resto sono solo chiacchere. Mi da un grappolo da assaggiare, è veramente buono questo nettare ancora caldo dal Sole.
Questo Sole, continua il contadino, è come Dio, benedice la nostra terra, fa maturare le piante. L'acqua da loro nutrimento e vigore. Il resto sono solo chiacchere, ripete.
Ringrazio. Lui scompare tra i filari. Torno indietro, assaporando acino per acino. E, per qualche minuto, non penso più a cosa ci sia al di la della muretta. Finito il mio pasto inaspettato mi si fa tutto un po' più chiaro. La curiosità per un segreto mi ha accompagnato a scoprirne un'altro. Probabilmente più prezioso.
La situazione è paradossalmente simile.
Estate. Caldo secco. Erbacce morte si erano fatte strada tra l'asfalto, unicamente per lasciare ai nuovi semi più spazio vitale per crescere durante il prossimo anno. Piccole lucertole si arrampicano veloci su una parete di lastroni di cemento, quando le fisso si fermano e mi squadrano. Poi faccio finta di non guardarle, ma con la coda dell'occhio le vedo arrivare in cima alla muraglia. Li si fermano e mi guardano, sembrano sapere che al di la della recinzione io non posso arrivarci.
Cammino ancora su questo asfalto crepato.
Dall'altra parte della recinzione crescono rigogliose piante rampicanti, che sbucano da sopra il bordo come delle gigantesche mani che che si aggrappano, si stanno arrampicando su un baratro profondissimo.
So cosa c'è al di la della parete: solo un cortile di un vecchio capannone in disuso, diroccato, con attrezzature per l'edilizia lasciate li a marcire, a corrodere, ad arrugginire. Lo so perchè da diversi punti più distanti è possibile osservare all'interno, e anche da alcuni fori sulla parete, grandi circa quanto il mio occhio.
Continuo a camminare, cercando un'improbabile entrata. So che non c'è, da bambino venivo spesso qui, per lo stesso motivo. Magari è crollato qualche tratto, magari è stato sfondato un cancello, magari si è aperta una breccia...
La strada termina con una piccola recinzione. Al di la, ricchi e pesanti grappoli d'uva stanno maturando al sole dorato, cullati da una lieve brezza. La muraglia svolta e io non posso più seguirla.
Mi fermo ad osservare i grappoli d'uva. Sembra quasi di sentirli maturare sotto il sole del pomeriggio. Il vento porta profumi che non ero più abituato a percepire.
Un vecchio contadino mi sveglia dal torpore. Sta raccogliendo l'uva, pazientemente, lentamente. Si rivolge a me, in dialetto, dicendomi che la sua uva è tutta la sua ricchezza, l'unica vera passione.
La nostra terra è il nostro oro, dice. La nostra unica vera ricchezza. Il resto sono solo chiacchere. Mi da un grappolo da assaggiare, è veramente buono questo nettare ancora caldo dal Sole.
Questo Sole, continua il contadino, è come Dio, benedice la nostra terra, fa maturare le piante. L'acqua da loro nutrimento e vigore. Il resto sono solo chiacchere, ripete.
Ringrazio. Lui scompare tra i filari. Torno indietro, assaporando acino per acino. E, per qualche minuto, non penso più a cosa ci sia al di la della muretta. Finito il mio pasto inaspettato mi si fa tutto un po' più chiaro. La curiosità per un segreto mi ha accompagnato a scoprirne un'altro. Probabilmente più prezioso.
venerdì 19 agosto 2011
Deficit... di informazione
L'informazione in Italia funziona in modo lineare. Talmente lineare che, giustamente, politici e potenti in generale non debbono nemmeno preoccuparsene.
Se una notizia la danno Minzolini e Fede, sicuramente è controllata ed è stata vagliata da qualche comitato anonimo per la diffusione delle notizie, pagato dai contribuenti, stile 1984 o Brave New World. La notizia sarà inventata, o se è vera è di propaganda.
Se la notizia la danno Travaglio o altre frange di giornalisti che appartengono ad una categoria più seria, allora tutti quanti, comodamente seduti nelle poltrone davanti al computer, grideranno allo scandalo e si metteranno a idolatrare il falso dio della libertà d'espressione (che nel nostro Bel Paese è spesso confuso col poter insultare o sproloquiare a caso su temi di cui non si ha nessuna competenza).
Se la notizia la dai tu, amico mio, non importa che tu ti sia affannato a cercare qualche documentario in lingua straniera, o che tu abbia letto decine di articoli specifici su un qualsiasi argomento: non ti si caga nemmeno di striscio. L'unica tua soddisfazione è essere a posto con la coscienza. Personamente è già un bel risultato poter lasciare questa valle di lacrime senza troppi rimpianti, io la mia parte l'ho fatta, toccava agli altri, ma erano troppo impegnati a distrarsi con le puttane del presidente del consiglio per farci caso... amen.
Prendiamo i piani di austerity che ci torchieranno come la veccia nei prossimi anni.
Parliamo degli immensi privilegi di cui godono immeritatamente da sempre i politici di tutto il mondo.
Parliamo delle tesorerie ricolme delle confessioni religiose che lucrano sulla disperazione degli ignoranti e degli illusi.
Sono cose che sappiamo da anni! Ci distraggono per quei due o tre giorni in cui siamo impegnati a indignarci (sempre comodamente seduti davanti al computer) e poi basta. Ritornano a ondate e ogni volta è come la prima volta. Come quando si fa l'amore, con l'unica differenza che invece lo prendiamo nel culo tutti, belli o brutti.
Boh... forse a voi piace, forse sono io a fare parte di una piccola minoranza che non si adatta.
Torniamo sempre alla moda del momento: i piani di austerity lasciano inviolati i flussi di denaro che arrivano allo stato vaticano (si, con la minuscola). Cioè... siamo sicuri di doverci scandalizzare per questo? Sono anni, anzi secoli, che viene denunciato lo strapotere di questa organizzazione criminale e mi volete far credere che siete incazzati solo adesso!?
Ma è ovvio che siamo governati da una casta che banchetta spudoratamente mentre siamo strozzinati da un non meglio identificato debito! Ce lo meritiamo!
Debito nei confronti di chi poi? Lo sapete? Non indignatevi quando lo scoprite, che tanto so che fate finta di non saperlo...
Se una notizia la danno Minzolini e Fede, sicuramente è controllata ed è stata vagliata da qualche comitato anonimo per la diffusione delle notizie, pagato dai contribuenti, stile 1984 o Brave New World. La notizia sarà inventata, o se è vera è di propaganda.
Se la notizia la danno Travaglio o altre frange di giornalisti che appartengono ad una categoria più seria, allora tutti quanti, comodamente seduti nelle poltrone davanti al computer, grideranno allo scandalo e si metteranno a idolatrare il falso dio della libertà d'espressione (che nel nostro Bel Paese è spesso confuso col poter insultare o sproloquiare a caso su temi di cui non si ha nessuna competenza).
Se la notizia la dai tu, amico mio, non importa che tu ti sia affannato a cercare qualche documentario in lingua straniera, o che tu abbia letto decine di articoli specifici su un qualsiasi argomento: non ti si caga nemmeno di striscio. L'unica tua soddisfazione è essere a posto con la coscienza. Personamente è già un bel risultato poter lasciare questa valle di lacrime senza troppi rimpianti, io la mia parte l'ho fatta, toccava agli altri, ma erano troppo impegnati a distrarsi con le puttane del presidente del consiglio per farci caso... amen.
Prendiamo i piani di austerity che ci torchieranno come la veccia nei prossimi anni.
Parliamo degli immensi privilegi di cui godono immeritatamente da sempre i politici di tutto il mondo.
Parliamo delle tesorerie ricolme delle confessioni religiose che lucrano sulla disperazione degli ignoranti e degli illusi.
Sono cose che sappiamo da anni! Ci distraggono per quei due o tre giorni in cui siamo impegnati a indignarci (sempre comodamente seduti davanti al computer) e poi basta. Ritornano a ondate e ogni volta è come la prima volta. Come quando si fa l'amore, con l'unica differenza che invece lo prendiamo nel culo tutti, belli o brutti.
Boh... forse a voi piace, forse sono io a fare parte di una piccola minoranza che non si adatta.
Torniamo sempre alla moda del momento: i piani di austerity lasciano inviolati i flussi di denaro che arrivano allo stato vaticano (si, con la minuscola). Cioè... siamo sicuri di doverci scandalizzare per questo? Sono anni, anzi secoli, che viene denunciato lo strapotere di questa organizzazione criminale e mi volete far credere che siete incazzati solo adesso!?
Ma è ovvio che siamo governati da una casta che banchetta spudoratamente mentre siamo strozzinati da un non meglio identificato debito! Ce lo meritiamo!
Debito nei confronti di chi poi? Lo sapete? Non indignatevi quando lo scoprite, che tanto so che fate finta di non saperlo...
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martedì 19 luglio 2011
Carne da cannone (Cannon fodder)
Mi sfugge questa cosa della gente che si offre come carne da cannone su facebook. C'è stato un tempo in cui l'avrei preso volentieri io quel ruolo. Ora preferisco evitare di morire per i miei simili...
Appartenere ad una specie di zombie senza volontà pronti a schiantarsi contro qualcosa di più forte di loro in nome di un nuovo profeta non fa per me. Preferisco le piccole cellule indipendenti che lottano per qualcosa di concreto, che non sia condividere le solite menate su una piattaforma sociale ...
Ops... volevo dire, virtuale...
Andate avanti voi, questa volta.
La storia del nostro progresso è scritta col sangue di eroi anonimi, come dicevano in Fight Club... probabilmente saremo tutti tra quelli. Ma questo fenomeno di isteria collettiva dei social network a me ha stancato, poco tempo fa.
Non che non mi interessi fare la mia parte, ci mancherebbe. E continuerò a farla, ma non sarà su questo blog, o su facebook, o su diaspora.
Continuerò a farla perchè il desiderio di libertà, il desiderio di creare, di scrivere è intrinseco in qualsiasi individuo nato libero. Ma non sarà su internet...
Quello che invece mi preoccupa è la tendenza umana a seguire la corrente. Nessuna pagina vi interessa se ha pochi fansSS!? Anche se questa dice cose condivisibilerrime voi vi vergognate a cliccare su 'condividi', perchè sono posizioni veramente scomode!
Coi centinaiadiK fans invece vi sentite eroi!? Ma gli eroi sono eroi proprio perchè vanno avanti prima degli altri e per la maggior parte delle volte muoiono immeritatamente soli!
Non voglio sentirmi eroe, per carità! Non crederete che questo blog sia gestito da uno stronzo seguace della libertà o qualcosa del genere, vero? Con questo nome!?
A me non interessa il bene comune, o una vostra qualsivoglia presa di coscienza... ma rispondete a questo: quanti di voi scenderanno in piazza dopo aver (ri)scoperto i privilegi della casta? Al momento sembrano essere 300k... sicuri di non ritrovarvi da soli alla prossima manifestazione?
Appartenere ad una specie di zombie senza volontà pronti a schiantarsi contro qualcosa di più forte di loro in nome di un nuovo profeta non fa per me. Preferisco le piccole cellule indipendenti che lottano per qualcosa di concreto, che non sia condividere le solite menate su una piattaforma sociale ...
Ops... volevo dire, virtuale...
Andate avanti voi, questa volta.
La storia del nostro progresso è scritta col sangue di eroi anonimi, come dicevano in Fight Club... probabilmente saremo tutti tra quelli. Ma questo fenomeno di isteria collettiva dei social network a me ha stancato, poco tempo fa.
Non che non mi interessi fare la mia parte, ci mancherebbe. E continuerò a farla, ma non sarà su questo blog, o su facebook, o su diaspora.
Continuerò a farla perchè il desiderio di libertà, il desiderio di creare, di scrivere è intrinseco in qualsiasi individuo nato libero. Ma non sarà su internet...
Quello che invece mi preoccupa è la tendenza umana a seguire la corrente. Nessuna pagina vi interessa se ha pochi fansSS!? Anche se questa dice cose condivisibilerrime voi vi vergognate a cliccare su 'condividi', perchè sono posizioni veramente scomode!
Coi centinaiadiK fans invece vi sentite eroi!? Ma gli eroi sono eroi proprio perchè vanno avanti prima degli altri e per la maggior parte delle volte muoiono immeritatamente soli!
Non voglio sentirmi eroe, per carità! Non crederete che questo blog sia gestito da uno stronzo seguace della libertà o qualcosa del genere, vero? Con questo nome!?
A me non interessa il bene comune, o una vostra qualsivoglia presa di coscienza... ma rispondete a questo: quanti di voi scenderanno in piazza dopo aver (ri)scoperto i privilegi della casta? Al momento sembrano essere 300k... sicuri di non ritrovarvi da soli alla prossima manifestazione?
Avevo in mente
casta,
italiani,
montecitorio,
politici
martedì 26 aprile 2011
Pian(t)o di rinascita
Gli operai stapparono una bottiglia di vino per festeggiare, la scusa era buona: si riprendeva il lavoro!
I governi avevano escogitato un piano che per portare infrastrutture e possibilità di sviluppo nei continenti più poveri e i giovani si erano recati in massa agli uffici di assunzione.
Una rapida controllata al curriculum e via, in aereo o via nave. Senza sapere nulla. Del resto, in uno stato di stallo simile, qualsiasi cosa andava bene, anche lasciare la famiglia, gli amici, gli amori...
I più anziani sarebbero rimasti a produrre le manifatture da spedire, in questo modo la catena sarebbe stata doppia: un flusso di merci verso i paesi in via di sviluppo ed uno di denaro verso i vecchi continenti. La Confederazione l'aveva pensata proprio bene, si dicevano gli operai ridendo, già alticci.
Mettevano nelle scatole questi piccoli pezzi di metallo, dalle forme più svariate. Nessuno sapeva a cosa servissero, ne loro ne il proprietario della fabbrica, erano stati ordinati dalle Agenzie per lo Sviluppo della Confederazione, tanto bastava. Lavorare significava già molto.
Alcuni di loro si lamentavano perchè i figli non scrivevano mai a casa, molto probabilmente la vita bella si faceva nelle zone in via di sviluppo, ora. I giovani all'avventura non avevano tempo neanche di buttare giù due righe per i loro vecchi.
Ridevano.
Le notizie erano poche, la crisi economica aveva decimato le risorse del territorio, per vedere la televisione occorreva andare nei bar, quelli che ce l'avevano. Sempre di avere i soldi per andarci al bar, ormai era cosa da ricchi e si preferiva ritrovarsi a casa di qualcuno o nei luoghi pubblici a raccontarsi le notizie per sentito dire.
Ma ora ci sarebbe stata la ripresa! Ognuno avrebbe potuto avere un televisore a casa. O una radio. O un computer.
Quelle erano diventate cose da ricchi, ormai.
Ridevano, gli operai, contenti del loro lavoro. Ce n'era così tanto che anche il titolare lavorava con loro, allegramente. Anche suo figlio era partito per dare una mano.
Da qualche parte al centro del Vecchio Continente, immerso nei suoi pensieri, il Primo Ministro della Confederazione osservava le auto lussuose sbucare dalla foresta di conifere e parcheggiarsi ordinatamente nel cortile della sua villa. Era il giorno più importante della sua vita, di quella dei suoi ospiti e, forse, di quella di tutti gli abitanti del Mondo.
Col cuore in gola e la tensione snervante, provava a ripetersi mentalmente il discorso che avrebbe fatto ai colleghi degli Stati Membri. Erano solo formalità, ovviamente, la Guerra era stata decisa dai grossi gruppi industriali e dalle Agenzie per lo Sviluppo. Nessun uomo politico avrebbe osato fiatare.
Che grande idea! Mandare i giovani al fronte con l'inganno mentre i vecchi costruivano componentistica per gli armamenti. Quando il popolo avrebbe capito di cosa c'era sotto la Guerra sarebbe stata già vinta. Con le perdite del caso, ovviamente, ma che ci potevano fare loro? La popolazione mondiale era troppa e l'economia stagnante.
Non c'era di meglio di una guerra per risolvere tutto, pensava sorridendo il Primo Ministro.
I governi avevano escogitato un piano che per portare infrastrutture e possibilità di sviluppo nei continenti più poveri e i giovani si erano recati in massa agli uffici di assunzione.
Una rapida controllata al curriculum e via, in aereo o via nave. Senza sapere nulla. Del resto, in uno stato di stallo simile, qualsiasi cosa andava bene, anche lasciare la famiglia, gli amici, gli amori...
I più anziani sarebbero rimasti a produrre le manifatture da spedire, in questo modo la catena sarebbe stata doppia: un flusso di merci verso i paesi in via di sviluppo ed uno di denaro verso i vecchi continenti. La Confederazione l'aveva pensata proprio bene, si dicevano gli operai ridendo, già alticci.
Mettevano nelle scatole questi piccoli pezzi di metallo, dalle forme più svariate. Nessuno sapeva a cosa servissero, ne loro ne il proprietario della fabbrica, erano stati ordinati dalle Agenzie per lo Sviluppo della Confederazione, tanto bastava. Lavorare significava già molto.
Alcuni di loro si lamentavano perchè i figli non scrivevano mai a casa, molto probabilmente la vita bella si faceva nelle zone in via di sviluppo, ora. I giovani all'avventura non avevano tempo neanche di buttare giù due righe per i loro vecchi.
Ridevano.
Le notizie erano poche, la crisi economica aveva decimato le risorse del territorio, per vedere la televisione occorreva andare nei bar, quelli che ce l'avevano. Sempre di avere i soldi per andarci al bar, ormai era cosa da ricchi e si preferiva ritrovarsi a casa di qualcuno o nei luoghi pubblici a raccontarsi le notizie per sentito dire.
Ma ora ci sarebbe stata la ripresa! Ognuno avrebbe potuto avere un televisore a casa. O una radio. O un computer.
Quelle erano diventate cose da ricchi, ormai.
Ridevano, gli operai, contenti del loro lavoro. Ce n'era così tanto che anche il titolare lavorava con loro, allegramente. Anche suo figlio era partito per dare una mano.
Da qualche parte al centro del Vecchio Continente, immerso nei suoi pensieri, il Primo Ministro della Confederazione osservava le auto lussuose sbucare dalla foresta di conifere e parcheggiarsi ordinatamente nel cortile della sua villa. Era il giorno più importante della sua vita, di quella dei suoi ospiti e, forse, di quella di tutti gli abitanti del Mondo.
Col cuore in gola e la tensione snervante, provava a ripetersi mentalmente il discorso che avrebbe fatto ai colleghi degli Stati Membri. Erano solo formalità, ovviamente, la Guerra era stata decisa dai grossi gruppi industriali e dalle Agenzie per lo Sviluppo. Nessun uomo politico avrebbe osato fiatare.
Che grande idea! Mandare i giovani al fronte con l'inganno mentre i vecchi costruivano componentistica per gli armamenti. Quando il popolo avrebbe capito di cosa c'era sotto la Guerra sarebbe stata già vinta. Con le perdite del caso, ovviamente, ma che ci potevano fare loro? La popolazione mondiale era troppa e l'economia stagnante.
Non c'era di meglio di una guerra per risolvere tutto, pensava sorridendo il Primo Ministro.
giovedì 17 febbraio 2011
Dissacrante, ironico ed immotivato... come dovrebbe essere!
Quando Dio finì di creare il mondo non si accorse che qualcosa non andava... quella notte dormì male, come se si rendesse conto inonsciamente di aver sbagliato qualcosa.
Il giorno dopo perse tutta la giornata a guardare e riguardare la sua creazione, incapace di individuare il suo errore. Gli arcangeli si riunirono intorno a lui e anch'essi, in preda all'ansia, cominciarono a fare osservazioni, chiedere spiegazioni, nella speranza di individuare l'errore compiuto per aiutare il loro Signore.
-Mio Signore- disse Gabriele -l'errore potrebbe essere stato lasciare il libero arbitrio all'uomo. Così facendo alcuni uomini cominceranno a fare del male ad altri uomini e il mondo perfetto non potrà mai esistere.
-No!- tuonò Dio -Ho lasciato apposta questa dicotomia nell'uomo affinchè possa costruirsi con la fatica il proprio paradiso nel corso dei millenni.
-Mio signore- osò Michele -Non è forse la blasfemia quello che cerchiamo? Offendere le autorità celesti è sbagliato... potrebbe offendere anche le anime dei giusti!
-Non è nemmeno quello- sussurò pensoso Dio -i giusti sapranno trovare conforto nella preghiera e nella meditazione, e poi le offese verso di noi non ci scalfiscono nemmeno. Se un muratore gli sfugge un mattone e gli cade su un piede avrà ben il diritto di moccolare un po'! Chi lo vuole impedire è solo un ipocrita.
-Mio signore- suggerì Raffaele -Non è forse l'ateismo e l'agnosticismo? Chi non prosegue le sue opere nel nome del Signore cosa mai potrà portare di buono nel mondo?
-Nemmeno quello...- sospirò Dio che cominciava a stufarsi di quelle ridicole affermazioni -vedi, le opere buone vanno fatte e basta, non importa sotto che bandiera. Che sia la mia, del mio collega Buddha o chi per lui o nessuna di queste non importa.
Anche il Buddha arrivò a controlare cosa ci fosse di sbagliato.
-L'ho vista!!- Esclamò a gran voce Uriele -Eccola la! E' l'Italia mio Signore!
Tutti si precipitarono ad osservare. Dio sbiancò in volto e la sua bocca si spalancò! -Per Giove- riuscì solo a mormorare.
Anche Giove arrivò a vedere cosa fosse quella confusione.
Nella sua infinita saggezza e lungimiranza, Dio capì il suo errore. Immaginò i popoli che risiedevano in Italia sviluppare una cultura più velocemente delle altre, vide nel futuro cosa sarebbe successo: la varietà dei climi presenti in quel fortunato paese favorì adattamenti molto diversi, un così grande perimetro via mare avrebbe favorito i commerci, il circolare di idee... Immaginò nascere l'Impero Romano, percepì il suo amore per la cultura e l'arte e la sua capacità di assorbirle pur favorendo le autonomie e le religioni locali.
Percepì nel futuro il rinascimento e le rivoluzioni culturali che avrebbe portato in tutta Europa e, successivamente, nel Mondo. Vide un Paese ricco di paesaggi bellissimi, con una storia millenaria, una cucina che permetteva di far pagare un semplice piatto di spaghetti 6 euro dove altri popoli non erano nemmeno in grado di far bollire l'acqua...
Vide i veneziani architettare la Repubblica di Venezia, così avanzata e civile per quei tempi e vide gli storici di altre nazioni studiarla a fondo per costruire i meccanismi di altre repubbliche.
E fu allora che Dio si arrabbiò. Si, perchè l'errore di un essere onniscente e onnipotente porta ad una grande rabbia!
Gli arcangeli tentarono inutilmente di calmare il loro Signore ma fu tutto inutile...
-Sia maledetta l'Italia!!- imprecò violentemente Dio! -A quel popolo così eletto darò tutto il peggio che riesco a concepire!
Gli arcangeli si strinsero tra di loro tremando di paura a quelle parole.
-Tiè! Ecco qua, darò loro la culla del cattolicesimo, anche se il cristianesimo è nato in Asia, non me ne frega niente! Gli insegnamenti di Cristo sono validi, ma i lato peggiore lo ficcherò nel cuore di Roma!
Gli dei dell'Olimpo piansero al pensiero e tentarono di dissuaderlo, ma non ci fu verso.
-Tiè! Sistemato anche il rinascimento! Gli italiani non si sentiranno mai un popolo unito e diffideranno sempre dei forestieri, questo dovrebbe fermare la circolazione delle idee geniali di Leonardo e Galileo! Combinate con l'inquisizione non avranno scampo.
-Tiè! Anche con il Risorgimento! Il regno dei Savoia e la mafia saranno quello che si beccheranno gli italiani per aver osato tanto!
-E infine...- tuonò per l'ultima volta -marchierò con il germe della stupidità irreversibile la classe dirigente, in questo modo le decisioni volute dai rappresentanti del popolo saranno sempre in grado di contrastare il loro genio! Inoltre si diffonderà l'idea che essere furbi e disonesti paga più della lungimiranza e del bene comune! In questo modo il popolo italiano è spacciato definitivamente!
E Dio scoppiò in una fragorosa risata.
Nei millenni, però, Dio si dovette arrendere all'evidenza. Nonostante tutte le nefandezze compiute, il popolo italiano non si tirò mai indietro e affrontò con orgoglio gli ostacoli che gli vennero messi davanti. L'unica cosa in cui nessuno potè farci niente era il continuo scherno degli altri Paesi per la classe dirigente dell'Italia. Fu così che, pur vergognandosi di essere un popolo tanto sfigato, gli italiani si stavano preparando anche a quella sfida.
Allora Dio sorrise benevolo. Capì che il suo sfogo era vano e li lasciò fare. Capì che per quanto l'inferno fosse tetro e puzzolente, i popoli ne sarebbero sempre e comunque usciti. E con questo pensiero confortevole se ne tornò a dormire, facendo bei sogni in cui chi ama il potere ed il controllo muore sempre solo e facendo una fine misera.
Il giorno dopo perse tutta la giornata a guardare e riguardare la sua creazione, incapace di individuare il suo errore. Gli arcangeli si riunirono intorno a lui e anch'essi, in preda all'ansia, cominciarono a fare osservazioni, chiedere spiegazioni, nella speranza di individuare l'errore compiuto per aiutare il loro Signore.
-Mio Signore- disse Gabriele -l'errore potrebbe essere stato lasciare il libero arbitrio all'uomo. Così facendo alcuni uomini cominceranno a fare del male ad altri uomini e il mondo perfetto non potrà mai esistere.
-No!- tuonò Dio -Ho lasciato apposta questa dicotomia nell'uomo affinchè possa costruirsi con la fatica il proprio paradiso nel corso dei millenni.
-Mio signore- osò Michele -Non è forse la blasfemia quello che cerchiamo? Offendere le autorità celesti è sbagliato... potrebbe offendere anche le anime dei giusti!
-Non è nemmeno quello- sussurò pensoso Dio -i giusti sapranno trovare conforto nella preghiera e nella meditazione, e poi le offese verso di noi non ci scalfiscono nemmeno. Se un muratore gli sfugge un mattone e gli cade su un piede avrà ben il diritto di moccolare un po'! Chi lo vuole impedire è solo un ipocrita.
-Mio signore- suggerì Raffaele -Non è forse l'ateismo e l'agnosticismo? Chi non prosegue le sue opere nel nome del Signore cosa mai potrà portare di buono nel mondo?
-Nemmeno quello...- sospirò Dio che cominciava a stufarsi di quelle ridicole affermazioni -vedi, le opere buone vanno fatte e basta, non importa sotto che bandiera. Che sia la mia, del mio collega Buddha o chi per lui o nessuna di queste non importa.
Anche il Buddha arrivò a controlare cosa ci fosse di sbagliato.
-L'ho vista!!- Esclamò a gran voce Uriele -Eccola la! E' l'Italia mio Signore!
Tutti si precipitarono ad osservare. Dio sbiancò in volto e la sua bocca si spalancò! -Per Giove- riuscì solo a mormorare.
Anche Giove arrivò a vedere cosa fosse quella confusione.
Nella sua infinita saggezza e lungimiranza, Dio capì il suo errore. Immaginò i popoli che risiedevano in Italia sviluppare una cultura più velocemente delle altre, vide nel futuro cosa sarebbe successo: la varietà dei climi presenti in quel fortunato paese favorì adattamenti molto diversi, un così grande perimetro via mare avrebbe favorito i commerci, il circolare di idee... Immaginò nascere l'Impero Romano, percepì il suo amore per la cultura e l'arte e la sua capacità di assorbirle pur favorendo le autonomie e le religioni locali.
Percepì nel futuro il rinascimento e le rivoluzioni culturali che avrebbe portato in tutta Europa e, successivamente, nel Mondo. Vide un Paese ricco di paesaggi bellissimi, con una storia millenaria, una cucina che permetteva di far pagare un semplice piatto di spaghetti 6 euro dove altri popoli non erano nemmeno in grado di far bollire l'acqua...
Vide i veneziani architettare la Repubblica di Venezia, così avanzata e civile per quei tempi e vide gli storici di altre nazioni studiarla a fondo per costruire i meccanismi di altre repubbliche.
E fu allora che Dio si arrabbiò. Si, perchè l'errore di un essere onniscente e onnipotente porta ad una grande rabbia!
Gli arcangeli tentarono inutilmente di calmare il loro Signore ma fu tutto inutile...
-Sia maledetta l'Italia!!- imprecò violentemente Dio! -A quel popolo così eletto darò tutto il peggio che riesco a concepire!
Gli arcangeli si strinsero tra di loro tremando di paura a quelle parole.
-Tiè! Ecco qua, darò loro la culla del cattolicesimo, anche se il cristianesimo è nato in Asia, non me ne frega niente! Gli insegnamenti di Cristo sono validi, ma i lato peggiore lo ficcherò nel cuore di Roma!
Gli dei dell'Olimpo piansero al pensiero e tentarono di dissuaderlo, ma non ci fu verso.
-Tiè! Sistemato anche il rinascimento! Gli italiani non si sentiranno mai un popolo unito e diffideranno sempre dei forestieri, questo dovrebbe fermare la circolazione delle idee geniali di Leonardo e Galileo! Combinate con l'inquisizione non avranno scampo.
-Tiè! Anche con il Risorgimento! Il regno dei Savoia e la mafia saranno quello che si beccheranno gli italiani per aver osato tanto!
-E infine...- tuonò per l'ultima volta -marchierò con il germe della stupidità irreversibile la classe dirigente, in questo modo le decisioni volute dai rappresentanti del popolo saranno sempre in grado di contrastare il loro genio! Inoltre si diffonderà l'idea che essere furbi e disonesti paga più della lungimiranza e del bene comune! In questo modo il popolo italiano è spacciato definitivamente!
E Dio scoppiò in una fragorosa risata.
Nei millenni, però, Dio si dovette arrendere all'evidenza. Nonostante tutte le nefandezze compiute, il popolo italiano non si tirò mai indietro e affrontò con orgoglio gli ostacoli che gli vennero messi davanti. L'unica cosa in cui nessuno potè farci niente era il continuo scherno degli altri Paesi per la classe dirigente dell'Italia. Fu così che, pur vergognandosi di essere un popolo tanto sfigato, gli italiani si stavano preparando anche a quella sfida.
Allora Dio sorrise benevolo. Capì che il suo sfogo era vano e li lasciò fare. Capì che per quanto l'inferno fosse tetro e puzzolente, i popoli ne sarebbero sempre e comunque usciti. E con questo pensiero confortevole se ne tornò a dormire, facendo bei sogni in cui chi ama il potere ed il controllo muore sempre solo e facendo una fine misera.
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